In un momento in cui i consumatori sono sempre più attenti alla qualità dei prodotti e richiedono sempre più garanzie, in Sicilia il settore della pesca si prepara a soddisfare questo tipo di esigenze con una strategia che coinvolge produttori e istituzioni.
Le produzioni ittiche dei quattro angoli della Sicilia saranno infatti contrassegnate dai marchi di qualità “Golfo di Castellammare” (Trapani), “Portopalo di Capo Passero” (Siracusa), “Consorzio di ripopolamento ittico del Golfo di Catania” e “Golfo di Patti” (Messina).
La creazione dei marchi
– realizzati con il progetto “Poseidon” promozione, finanziati con fondi del POR Sicilia 2000-2006 – intendono favorire il rilancio dell’economia ittica regionale fornendo gratuitamente alle imprese uno strumento utile ad aumentare la loro competitività ed il loro potere contrattuale, rispondendo nel contempo alla crescente domanda di garanzia e trasparenza che proviene dai consumatori.
Il marchio consente, attraverso un codice di riferimento, di identificare la partita di pesce e di ricreare tutta la storia del prodotto dalla pesca alla lavorazione e commercializzazione, garantendo al consumatore la rintracciabilità del prodotto e quindi maggiore sicurezza alimentare.
In altre parole l’etichetta contiene in modo accessibile con terminologia semplice e unificata le informazioni previste dalla normativa sulla natura, provenienza e qualità del prodotto alimentare nonché la possibilità di accedere alla rintracciabilità mediante la decodifica di un opportuno sistema di identificazione.
La concessione dei marchi sarà regolato da un disciplinare di produzione, che verifica il rispetto delle buone norme di sicurezza e igiene a bordo ed a terra; il luogo di pesca; data di pesca; la denominazione della specie; il condizionamento.
La loro applicazione accresce in modo coerente – afferma Salvatore Bulgarella, esperto di marketinfg della 3t Blue line di Trapani, incaricata della creazione dei marchi – la riconoscibilità delle produzioni ittiche e del territorio migliorandone l’immagine, rafforzandone l’identità e svolgendo anche un’azione “rassicurante” presso i consumatori.
Le prossime tappe – secondo l’On. Lo Monte, assessore regionale alla pesca – sono quelle di realizzare dei centri di concentrazione del prodotto e di certificazione della qualità, l’istituzione di una rete di laboratori per l’analisi del pescato, il decentramento degli uffici regionali della pesca, e più in prospettiva, l’istituzione di una polizia ittica siciliana.
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